giovedì 12 febbraio 2015

Il lato o-scuro del latte non è il cacao!

Al grido di “più latte e meno cacao”, e altri slogan simili, si scolpisce nella testa dei consumatori l’idea ormai inveterata, anzi atavica, ma più che un’idea, la convinzione, che il latte, sia un alimento sano e fondamentale (del cacao ho già parlato in questo post).
Il latte nutre, è un alimento completo, ricco di proteine, ma soprattutto fortifica le ossa perché contiene calcio. Tutti questi miti sono stati sfatati già da anni da numerosi lavori scientifici, eppure si continua a far credere alla gente che il latte sia, come il suo colore, candido e puro. Perché? C’è forse qualche interesse economico? Non mi occuperò di questo aspetto, che lascio a gente più esperta di me, e mi limiterò a parlare delle evidenze scientifiche.


Cominciamo con il mito principale, “se vuoi ossa forti bevi il latte”. In realtà studi di popolazione hanno messo in evidenza una
maggiore incidenza di fratture nei paesi a più alto consumo di latte e di proteine animali (1), inoltre si è visto come una dieta ricca di proteine animali e sodio (si ricorda che i prodotti industriali  e i cibi da fast food ne sono pieni) aumenta la perdita di calcio. L’ Harvard Nurses’ Health Study, che ha coinvolto più di 75000 donne, insieme a un’altro studio prospettico condotto in Svezia su 66890 donne, ha evidenziato come non vi sia nessun effetto protettivo del consumo del latte sul rischio di fratture.  (2-3)
Un altro studio prospettico condotto in Svezia che ha preso in esame 1231818 donne e 434094 uomini, seguiti rispettivamente per 22 e 13 anni, ha osservato un maggior rischio di fratture nelle consumatrici di latte. Inoltre è stata evidenziata una maggiore mortalità per tutte le cause nei consumatori di latte, con un rischio direttamente proporzionale alla quantità consumata, e una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari e cancro. Lo stesso studio ha inoltre evidenziato un’associazione positiva tra consumo di latte e presenza di biomarkers di stress ossidativo e infiammazione, cioè i consumatori di latte ne producono di più e produrne di più è correlato a tutte le malattie cronico-degenerativo come le malattie cardiovascolari, autoimmuni e tumorali. (4)
Ed a proposito di malattie autoimmuni, già dal ’92 è nota inoltre una correlazione tra il consumo di latte e la Sclerosi Multipla (studio condotto su ben 27 paesi e 29 popolazioni di tutto il mondo)(5). Vorrei non aggiungere altro, ma mi nasce una domanda dal profondo del cuore, perché all’università nessuno ce lo ha insegnato? 
Ancora in questo studio pubblicato nel 2011 si evidenzia, nei consumatori di latte, una maggiore produzione di IGF-1 (insulin-like growth factor-1), biomarker correlato ad un più alto rischio di tumore alla mammella e alla prostata. (6)

Allora, vi chiederete, da dove lo prendiamo il calcio? In realtà il calcio viene meglio assorbito dal consumo di verdure e frutti, una tazza di cavolo nero, ad esempio, contiene la stessa quantità di calcio di una tazza di latte ed è meglio assorbibile, inoltre contiene una serie di minerali e vitamine che invece di produrre stress ossidativo e infiammazione, li combattono. 
Un'altro esempio? Il sesamo contiene 975 mg di calcio per 100 grammi a fronte del latte che ne contiene 261 ed ha molte altre sostanze benefiche (ne ho parlato in questo post) (clicca qui per l'elenco dei cibi contenenti calcio). 

Dunque cosa fare per prevenire l'osteoporosi? L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o WHO) raccomanda: adeguata attività fisica, esposizione al sole, ridotto consumo di proteine animali e sodio e aumento del consumo di vegetali e frutti (7).




Ma se ciò non vi bastasse sfatiamo un’altro mito, avete presente quando l’acne aumenta dopo aver consumato della coccolata? Chi non ha dato la colpa alla stessa scagli la prima pietra! In realtà non vi è alcuna evidenza che il cioccolato faccia aumentare l’acne, vi è altresì evidenza che il consumo di latte anche scremato e i prodotti ad alto indice glicemico siano associati in maniera direttamente proporzionale alla severità e durata dell’acne(8)


E allora, mi direte, cosa do ai miei bambini a colazione? Qui vi volevo! Il latte non è affatto un alimento fondamentale dopo lo svezzamento e lo dicono le società di pediatria, i nutrienti presenti nel latte possono essere assunti attraverso il consumo di verdure e frutta senza perdere nulla.
Avrete già sentito dire che l’essere umano è l’unico animale che consuma il latte dopo lo svezzamento e per di più di un’altra specie. Ecco, questa considerazione dovrebbe bastare a farci riflettere, ma purtroppo il potere persuasivo della pubblicità crea nella nostra mente dei paradigmi difficili da smontare. Allora ci provo io con la scienza, sapevate che il 2-6% dei bambini, soprattutto nel primo anno di vita, è allergico al latte? Cito da una review italiana pubblicata su l’Italian Journal of Pediatrics nel 2010, (9) “i cibi fatti in casa sono l’opzione migliore per i bambini di età superiore ai 4 mesi”
Questo vale anche per gli adulti, “tutti i nutrienti presenti nel latte sono disponibili in cibi più salutari di origine vegetale” (10)

Eliminare il latte dalla propria dieta, adesso posso dirlo con fiducia, non toglie nessun nutriente importante alla nostra vita, ma aggiunge miglior salute, minor rischio di malattie autoimmuni, tumorali, cardiovascolari e anche minor rischio di fratture.


Bibliografia 

1. Abelow BJ, Holford TR, Insdure e fruttaogna KL. 
Cross-cultural association between dietary animal protein and hip fracture: a hypothesis. 
Calcif Tissue Int 1992;50:14–8. 

2. Feskanich D, Willett WC, Stampfer MJ, Colditz GA. 
Milk, dietary calcium, and bone fractures in women: a 12-year prospective study. 
Am J Public Health 1997;87:992–7. 

3. Michae ̈lsson K, Melhus H, Bellocco R, Wolk A. 
Dietary calcium and vitamin D in relation to osteoporotic fracture risk. 
Bone 2003;32: 694–703. 

4. Karl Michaëlsson et al.
Milk intake and risk of mortality and fractures in women and men: cohort studies 
BMJ  27 October 2014

5. Malosse D1, Perron H, Sasco A, Seigneurin JM.
Correlation between milk and dairy product consumption and multiple sclerosis prevalence: a worldwide study.
Neuroepidemiology. 1992;11(4-6):304-12.

6. Key TJ. 
Diet, insulin-like growth factor-1 and cancer risk. 
Proc Nutr Soc. 2011:1–4. 

7. Report of a Joint FAO/WHO Expert Consultation. 
Human vitamin and mineral requirements
September 1998

8. Elsa H. Spencer, PhD, Hope R. Ferdowsian, MD, MPH, and Neal D. Barnard, MD.
Diet and acne: a review of the evidence
The International Society of Dermatology. 2009

9. Caffarelli et al. 
Cow’s milk protein allergy in children: a practical guide
Italian Journal of Pediatrics 2010.

10. Amy Joy Lanou
Should dairy be recommended as part of a healthy vegetarian diet? Counterpoint
Am J Clin Nutr 2009;89.

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